Accesso ai servizi

Origini

Il nome deriva probabilmente dal personale romano Valentius; una delle prime attestazioni medievali riporta la forma Valanzengus.
Vallanzengo con i cantoni di Camandona, Bioglio, Pettinengo, Piatto, Valle San Nicolao, Santa Maria era posto nel Comitato di Vercelli, ed era possesso dei Vescovi di Vercelli, dai quali lo tenevano in feudo i Signori di Bolgaro, un ramo di quali si intitolò Signori di Mosso.
Gregorio di Montelungo legato Pontificio vendé Vallanzengo al Comune di Vercelli il 22 Aprile 1243.
Il 29 Maggio 1394 il Vescovo di Vercelli, Cardinale Lodovico Fieschi, lo infeudò con Masserano al fratello Antonio Fieschi, donde al figlio adottivo di Lodovico Fieschi, Filiberto Ferrero-Fieschi. Nel 1404 passato agli Avogadro di Quaregna fecero atto di sottomissione a casa Savoia.
Il Duca Carlo Emanuele divise Vallanzengo da Masserano e lo infeudò ad Augusto Manfredo Scaglia, Conte di Verrua il 20 Agosto 1618.
L'Editto del 24 dicembre 1621, emanato da Carlo Emanuele, permise a Vallanzengo di ottenere l'autonomia da Bioglio, in data 10 luglio 1624, dietro versamento di "50 scudi d'oro al sole".
In tale data si eresse comune indipendente, dandosi un proprio ordinamento come, prima di esso, già aveva fatto Pettinengo. A separazione avvenuta, fecero seguito negli anni successivi le trattative per la divisione dei territori alpestri di Bioglio che erano estesissimi. A queste trattative prese parte Vallanzengo a mezzo del proprio rappresentante Antonio Trabbia, "credenziero e grande elemosiniere presso la Corte di Spagna", nonché l'agente Giovan Maria Cravo. L'accordo fu raggiunto il 16 dicembre 1627, ma dette luogo ad ulteriori contestazioni di varia natura, sedate in prosieguo di tempo. Nella ripartizione dei terreni alpestri, Vallanzengo ottenne il vasto territorio che dal Bocchetto Sessera si estende fino al Comune di Trivero, comprendente, tra le altre, il Monte Marca (1559 m), Il monte Massaro (1491 m) , le alpi Moncerchio e Scheggiola ricche di pascoli e di piante e la cima Balmetta, compreso il torrente Sessera alla confluenza con il torrente Dolca.
Nel 1721 , veniva smembrato dal feudo di Bioglio e il 4 marzo 1722 , l'Avvocato Giuseppe Amedeo Pascalis da Torino ne riceveva l'investitura, assumendo il titolo di Conte; a lui, il 10 Aprile 1756 succedette il nipote di sua sorella Carlo Giuseppe Tonso.
Fra le famiglie di antica origine quella dei Foglia ebbe nei secoli passati insigni ecclesiastici tra i quali va annoverato un abate che fu, nel XVII secolo, confessore presso la corte di Spagna.